Non vedo una gran bella prospettiva. Quando all'orizzonte c'è qualcuno che propone qualcosa di utile e concreto (vedi reddito minimo garantito, contratto unico, legge elettorale sindaci ecc) subito si levano veti vicendevoli. O per non dar la possibilità agli uni di fare qlc di buono gli altri iniziano ad attaccarli, invece di collaborare per il bene comune dei cittadini. Così non si ottiene nulla.
I problemi sono molti e schiacciano le persone tutti i giorni, elenchiamo i più scottanti: dualità del mondo del lavoro (leggasi precarietà), economia che non ingrana (leggasi disoccupazione e scarse prospettive future), diritti civili (unioni gay ma non solo anche diritti per coppie non sposate), conflitto d'interessi (con conseguente scarso accesso a internet e inadeguata distribuzione delle risorse pubblicitarie a ciò che non è tv, con conseguente crisi dell'editoria che è un effetto "a valle"); poi - o prima se vi pare - c'è la questione legge elettorale, che finalmente crei una maggioranza solida che non obblighi a piccole intese ma che possa anche essere non marcatamente dis-proporzionale.
Non mi sto riferendo esclusivamente alle proposte di riforme avanzate da Renzi; è un discorso più ampio. E' da quando ho memoria - e ho trent'anni - che qualunque politico di qualunque schieramento afferma che se fosse al governo e o se il suo partito governasse da solo risolverebbe tutti i problemi.
Una prospettiva desolante per un sistema politico come il nostro che dovrebbe essere impostato in modo opposto. Il parlamentarismo infatti, dovrebbe essere il luogo della discussione costruttiva, della costruzione delle regole in modo condiviso e non della bega continua e fine a sé stessa come lo è diventato oggi. D'altronde non trattasi più neanche di vero parlamentarismo, ma qui andremo lontano dal focus di cui si sta discutendo.
E gli unici che ci rimettiamo siamo sempre solo noi cittadini, così spesso gratificati dalla polemica, dalla finta informazione che sa molto di propaganda urlata contro gli sprechi della politica, quando invece il più grande spreco della politica non sono gli stipendi né le auto blu, ma l'immobilismo di anni, dovuto alla logica del nemico. Illustri giornalisti, interi quotidiani, tutti i partiti o quasi, le associazioni di categoria - praticamente un intero Sistema - si basa su questa bega permanente non fatta più però nemmeno dagli alti ideali del Dopoguerra, ma dalla sola e persistente necessità di assicurarsi visibilità. Visibilità a tutti i costi. Renzi è di destra o bugiardo, Grillo è populista, quell'altro c'ha la gobba e a quell'altro gli puzza il fiato.
Invece, a tutti converrebbe che la politica trovasse compromessi per risolvere anche in parte i grandi problemi in modo condiviso. Per impedire ad esempio, che il governo successivo si impegni a disfare ciò che ha fatto il governo precedente. Un esempio lampante su tutti: le norme e i controlli stringenti anti-evasioni escogitati da Visto durante il governo Prodi prontamente cancellati con decreto la mattina del primo giorno del nuovo governo Berlusconi, da Tremonti.
Di esempi di questo tipo ce ne potrebbero essere a migliaia. Fare e disfare in continuazione, con l'effetto nefasto di non dare sicurezze né ai cittadini né agli investitori stranieri e locali, continuando a vivere in questo stato di Guerra Civile permanente, buono solo a fare continua propaganda fine a sé stessa e a mantenere inalterati i problemi che restano lì, pronti per essere cavalcati di nuovo alla prossima tornata elettorale.